La storia
Quella di Luca Spada e Eolo è forse una delle storie di successo più veloci e anche più visionarie italiane.
La prima volta che sentii parlare di Eolo era nel 2015 dal mio amico Davide (noto abitante della terra di “Inculo Ailupi”). Dopo averle provate tutte finalmente riuscii a “mettere una cazzo di 30 mega”.
Davide era un gamer, categoria molto cara ad Eolo che prima di essere Eolo era NGI e puntava con grande forza ad essere il primo vero portale dedicato al gaming professionistico, tanto che le prime competizioni del settore portavano proprio il nome dell’azienda!
Molto probabilmente il seguire così da vicino la community del gaming gli avrà messo più volte sotto il naso quella che era la problematica più classica di questa utenza: avere una connessione decente.
Cosa che ad oggi sembra davvero scontata ma vi assicuro che fino al 2014 anche nelle zone di periferia di grandi città del nord Italia si viaggiava con la 6Mega di infostrada.
Il cambiamento
La storia di Luca Spada e Eolo cambia nel 2006 quando l’imprenditore Luca Spada non potendo accedere alla rete internet prova a risolvere il problema ed è da quella soluzione che nasce Eolo:
“Abitavo a Morosolo, 3 chilometri da Varese, in aperta campagna. Lì l’Adsl non era ancora disponibile. Per poter avere Internet, ho pensato di accordarmi con un mio vicino di casa, Rinaldo Ballerio, che si trovava nella stessa situazione di digital divide, o divario digitale, come si dice in gergo tecnico: entrambi esclusi dalla Rete.
Così dalla sua azienda di Gazzada Schianno, la Elmec, dove invece la banda larga arrivava, ho “sparato” il segnale a una stazione radiobase collocata sul tetto del Grand hotel del Campo dei Fiori, un albergo diroccato che si trova sul monte Tre Croci, e da là ho ritrasmesso la linea verso le nostre abitazioni. La sera stessa navigavamo con la banda larga, a 20 Mb al secondo”.
L’obiettivo
L’obiettivo divenne subito chiaro e di grandi visionarietà: riconvertire le torri di trasmissione della vecchia tv analogica che nei primi anni Duemila venne progressivamente scalzata dal digitale terrestre. Le antenne, dislocate ovunque nel Paese, diventano ripetitori per la Adsl nelle vallate alpine dove il progetto di Eolo parte, fino a diventare la rete FWA più estesa d’italia.
Il Target di Eolo diventano da subito gli abitanti di quelle che dalle compagnie telefoniche sono definite «zone a fallimento di mercato»: Comuni piccoli. Generalmente sotto i 20 mila abitanti.
Zone in cui la banda larga è più che altro un ossimoro, dove portare servizi di connettività ad una velocità accettabile nell’era dello streaming equivale a perdere soldi.
Come Luca Spada e Eolo aiutano i piccoli Comuni
Fobello, piccolo comune situato nelle valli della Valsesia, conta 192 abitanti ed è un esempio di piccolo comune in Digital Divide. Nel difficile periodo della pandemia Covid-19, il Sindaco del Comune Anna Baingiu ha fortemente sottolineato il disagio in corso sul territorio ed EOLO ha risposto al grido di aiuto della popolazione di Fobello.
Coerentemente con la propria missione di portare “Internet dove gli altri non arrivano” EOLO ha infatti concordato con il Sindaco un piano che potesse incrementare in breve tempo la copertura internet alla totalità del territorio, includendo anche le piccole frazioni di Santa Maria e Boco e risolvendo una grave situazione di disparità sociale.
I piani per il futuro di Eolo
La crescita esponenziale del fatturato è direttamente proporzionale alla curva degli investimenti che nel solo 2017 ammontano a circa 20 milioni per l’acquisto di frequenze a 28GHz funzionali al 5G.
Il 22 dicembre 2017 il 49% del capitale viene rilevato dal fondo di investimento americano SearchLight Capital Partners soluzione che permette di stanziare 300 milioni di euro per il periodo 2018-2021 per portare l’attuale banda da 30mega fino 100mega.
Sarebbe davvero un’occasione di crescita riuscire a fare una chiacchierata con Luca e le nostre camere per parlare di futuro e tecnologia con uno dei pionieri del progresso della connettività in italia!
telefoniche sono «zone a fallimento di mercato». Comuni piccoli. Generalmente sotto i 20 mila abitanti. In cui la banda larga è più che altro un ossimoro. In cui portare servizi di connettività ad una velocità accettabile nell’era dello streaming equivale a perdere soldi.
Eolo, il primo in Italia
Luca Spada e Eolo di conseguenza, è stato uno dei primi in Italia a capire negli anni 90 la rivoluzione di Internet grazie ad un periodo di ricerca a Santa Barbara, in California. Nel 1994 torna in Italia e crea la sua prima società, Skylink, un service provider grazie ad un prestito del padre di circa 10 milioni di lire. In pochi anni trova un socio, crea una newco dal nome Inet. L’idea del service provider risulta vincente tanto che la società arriva persino a quotarsi in Borsa nel 1998.
Due anni dopo British Telecom, desiderosa di entrare nel mercato italiano, lancia un’Opa su Inet e lo liquida permettendogli di incassare una lauta plusvalenza prima dello scoppio della bolla della net economy. Quei soldi sono il capitale iniziale di Eolo. Che nasce da un’intuizione: riconvertire le torri di trasmissione della vecchia tv analogica che nei primi anni Duemila viene progressivamente scalzata dal digitale terrestre. Le antenne, dislocate ovunque nel Paese, diventano ripetitori per la Adsl nelle vallate alpine dove il progetto di Eolo parte. L’ultimo miglio viene effettuato inizialmente con la tecnologia senza fili dei ponti radio, in cui l’Italia (e segnatamente la Brianza) è storicamente all’avanguardia tanto che i cinesi di Huawei sono venuti a Segrate per lanciare un centro di ricerca.
Il colmo per Eolo
Il colmo per lui, uno che ha vissuto a pane e internet fin da giovane: dopo aver creato la start-up Skylink, Spada è stato co-fondatore di I.net, tra i primi provider italiani. Pensa e ripensa, l’imprenditore prova a risolvere il problema con un collegamento radio. Monta un ripetitore sul monte Campo dei Fiori, che domina Varese, e lo collega alla rete in fibra. Un’altra antenna spunta sul tetto della sua casa. Il sistema funziona, viene testato sui vicini che avevano lo stesso problema di Spada e così nel 2007 nasce il servizio Eolo, che poi diventerà una vera e propria società.
Funzionamento
Il sistema Eolo funziona più o meno così: l’azienda piazza nei punti strategici un trasmettitore che copre un’area con un diametro di circa 40 chilometri, collegato alla fibra ottica. I clienti, invece, devono montare una piccola antenna sul tetto. Ad oggi l’azienda garantisce una banda di 30 mega, ma da sei mesi ha iniziato a offrire una nuova tecnologia che permette di salire a 100 mega
Storia di NGI
Le tappe di Ngi/Eolo: 1999 nasce Ngi (Net Gamers Italia), 2000 I.Net entra nel capitale di Ngi con il 51%, 2002 Ngi diventa Internet Provider, 2007 nasce Eolo per portare la banda larga nelle zone digital divide, 2008 BT Italia acquisisce I.Net, 2012 Ngi torna a essere al 100% italiana, 2016 Ngi spa diventa Eolo spa.
Incipit 3 e significato del nome:
L’azienda prende in prestito il suo nome dalla mitologia greca, rifacendosi al celebre re dei venti che domina le correnti dell’aria scatenando l’ira della tempesta o la tiepida brezza a suo piacimento
LEGGI ALTRI NOSTRI ARTICOLI DI “STORIE DI BUSINESS” https://www.hpvfilm.it/category/mondo-pubblicitario/